2017-12-20 20-27
L’Associazione “La Ginestra” ONLUS è nata nel 1987 a Pordenone da un gruppo di persone unite dal desiderio di trascorrere del tempo libero insieme a ragazzi con disabilità per dare loro quei momenti di spensieratezza e divertimento che ognuno di noi ha il diritto di vivere.
A distanza di 30 anni, l’Associazione è cresciuta molto per diventare un punto di riferimento stabile per tanti ragazzi con disabilità fisica o intellettiva e per le loro famiglie, ma in generale per tutti coloro che vivono una condizione di esclusione sociale.
Ci piace definirci come quell’abbraccio che ti accoglie quando ti senti solo o incompreso, quel sorriso che ti dà il coraggio di affrontare una difficoltà; noi siamo presenti al fianco di quelle persone che si sentono escluse perché bisognose di attenzioni particolari, per farle sentire comprese e integrate.
Amiamo talmente tanto l’idea che ognuno ha diritto di fare le proprie esperienze d’amicizia che il nostro sogno è quello di non esistere più:
il giorno in cui non ci sarà più bisogno di un volontario della Ginestra per far star bene gli altri, sarà il giorno in cui tutti avranno imparato la capacità di accogliere qualsiasi persona, ognuna con i propri pregi e difetti, e che l’Amore è qualcosa di incondizionato e ben lontano dalle convenzioni sociali.
Il nostro modo per far sì che questo sogno si avveri è quello di crescere le future generazioni educandole al rispetto delle esigenze altrui, al valore dell’amicizia, alla bellezza che sta nell’essere tutti diversi e unici.
La scelta di dedicare un libro ai bambini (ma anche a tutti quegli adulti che hanno perso la spontaneità che libera da ogni pregiudizio) è stata allora la più naturale per festeggiare i primi 30 anni della nostra Associazione, e trasformare così questo importante traguardo in un trampolino di lancio per la costruzione di una società più accogliente.

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La storia di “Un Bambino nuovo” è eterea e senza tempo: i suoi protagonisti non hanno un nome proprio e appartengono sia al regno animale che umano e inanimato, come ad esempio la Collina. Questa scelta è stata fatta per rappresentare al meglio l’essenza della Ginestra, che non è un’Associazione “classica” con una struttura o un organigramma precisi, ma è un insieme di persone mosse da un unico grande desiderio comune. I suoi volontari si rappresentano come uno “spirito” che sa essere presente in ogni cosa, perché tutto possa concorrere alla costruzione del benessere proprio e altrui.
Il Bambino è speciale perché ha doni unici: da subito dimostra di avere un modo di parlare tutto suo e incomprensibile ma non per questo viene abbandonato o considerato “anomalo”, come probabilmente succederebbe al di fuori del Bosco. La pazienza e l’amore incondizionato dimostrato da tutti fanno sì che egli possa esprimere se stesso e i propri doni, per dar vita a un’amicizia affettuosa.
La storia supera il concetto di solidarietà intesa come l’insieme di gesti che compiamo nei confronti di chi ha meno di noi (senza negarmela valenza costruttiva), abbattendo tutte le barriere possibili per arrivare ad affermare la parità totale tra le persone, caratterizzata solo dalle peculiarità di ognuno di noi.
Il Cerbiatto, gli abitanti del bosco, la Donna e l’Uomo mettono in ascolto il loro cuore ed questo gli consente di riordinare le lettere sparse dal Bambino e tradurle in un messaggio: il tema del libro è dunque la Comunicazione, quella che si basa su uno scambio vero tra le parti e che inizia dalla comprensione di un’esigenza, che sarà tanto più preziosa quanto più diversa dalle nostre abitudini perché capace di donarci qualcosa che prima non avevamo.


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